Overshoot Day: quando anche la nutrizione può diventare uno strumento di equilibrio

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1. Overshoot Day: un sintomo di squilibrio globale

L’Overshoot Day è un indicatore simbolico ma estremamente concreto: rappresenta il momento in cui un Paese ha consumato tutte le risorse naturali che il pianeta è in grado di rigenerare nell’arco di un anno. Nel 2025, l’Italia ha raggiunto questa soglia già il 6 maggio, anticipando di ben 13 giorni rispetto al 2024, quando era caduta il 19 maggio. Un segnale netto di peggioramento: consumiamo sempre più in fretta quello che la Terra può offrirci in modo naturale e rigenerabile.

Questo tipo di squilibrio ci riguarda da vicino, anche a tavola. L’alimentazione è infatti una delle attività umane con maggiore impatto sulle risorse naturali: ogni giorno, attraverso ciò che scegliamo di mangiare, possiamo contribuire a sostenere o a sovraccaricare il sistema ecologico. E come accade per l’ambiente, anche il nostro corpo risente di un eccesso continuo: troppo spesso sottoposto a stimoli alimentari innaturali, processi metabolici alterati e ritmi che non rispettano le sue reali necessità.

Riflettere sull’Overshoot Day può quindi diventare l’occasione per rivedere non solo il nostro modello di consumo ambientale, ma anche quello nutrizionale. Non serve adottare estremismi o soluzioni drastiche: serve piuttosto ripensare la qualità di ciò che mangiamo, la provenienza, la frequenza con cui assumiamo certi alimenti e – soprattutto – la risposta del nostro corpo. In questa prospettiva, il ruolo del Biologo Nutrizionista diventa centrale: costruire un piano nutrizionale su misura significa anche partecipare, concretamente, a un modello più sostenibile di vivere e nutrirsi.

2. Il corpo come ecosistema: la chiave è l’equilibrio metabolico

Se osserviamo il corpo umano come un ecosistema, emergono molte somiglianze con il Pianeta: entrambi sono sistemi complessi, dinamici, regolati da equilibri finissimi. Quando introduciamo alimenti che stimolano eccessivamente la produzione di insulina – ad esempio per effetto di un consumo frequente di zuccheri o alimenti ad alta risposta glicemica – alteriamo questi meccanismi, favorendo un ambiente interno che può portare a conseguenze metaboliche rilevanti.

Proprio come il Pianeta risponde all’eccesso di risorse consumate con una ridotta capacità di rigenerarsi, il corpo umano risponde all’eccesso di stimoli nutrizionali con una ridotta efficienza nel gestirli. Questo non significa che il metabolismo si rallenta – concetto che non ha alcun fondamento scientifico – ma che le reazioni biochimiche che avvengono in risposta al cibo possono innescare processi sfavorevoli, come l’accumulo di grasso viscerale, l’infiammazione o l’alterazione della sensibilità insulinica.

Un piano nutrizionale costruito su misura, basato sulla risposta del corpo e sulla sua storia individuale, è lo strumento più potente per riportare equilibrio in questo ecosistema. Non si tratta di eliminare categorie alimentari o ridurre il contenuto calorico – una metrica ormai obsoleta – ma di educare a un modo di nutrirsi che non imponga continuamente squilibri metabolici, ma li gestisca e li regoli in funzione di ciò che davvero serve.

In questo senso, la nutrizione può diventare un atto di rigenerazione, tanto quanto una buona pratica agricola o una scelta ambientale responsabile. Proprio come per la Terra, il corpo non ha bisogno di meno, ma ha bisogno di meglio: qualità, attenzione, rispetto dei tempi.

3. Nutrizione consapevole: una scelta che impatta anche sull’ambiente

La nutrizione consapevole non è una moda o una scelta “green” da esibire. È un processo di responsabilità, che inizia con la conoscenza del proprio corpo e si estende alla conoscenza del contesto in cui viviamo. Quando scegliamo alimenti di qualità, prodotti in modo rispettoso per l’ambiente e per le persone, riduciamo l’impatto ambientale della nostra alimentazione senza ricorrere a rinunce o mode alimentari spesso generalizzate e non adatte a tutti.

La chiave non sta nel “cosa togliere” ma nel “cosa e come scegliere”, sempre in relazione alla risposta del corpo e all’obiettivo che vogliamo raggiungere: dimagrimento, miglioramento della composizione corporea, gestione di uno stato infiammatorio, o semplicemente la volontà di sentirsi più vitali. In tutti questi casi, il nutrizionista può aiutare a costruire un piano alimentare realistico, sostenibile e coerente, che valorizzi la materia prima, favorisca il giusto rapporto tra alimenti e rispetti anche l’ambiente.

Il messaggio è chiaro: una nutrizione rispettosa della fisiologia corporea è, quasi sempre, anche rispettosa dell’ambiente. Ridurre il numero di passaggi industriali tra campo e tavola, evitare il cibo ultra-processato, limitare il trasporto di merci alimentari per migliaia di chilometri significa alleggerire l’impatto sull’ecosistema. E spesso significa anche dare al corpo alimenti più riconoscibili e facilmente metabolizzabili.

Non si tratta di essere “perfetti”, ma di iniziare a vedere il cibo come un ponte tra noi e il mondo. Se ogni giorno scegliamo di nutrirci in modo coerente con i nostri bisogni reali, possiamo contribuire, nel nostro piccolo, a posticipare l’Overshoot Day del futuro.

4. Conclusione: equilibrio dentro, equilibrio fuori

Quando si parla di sostenibilità, spesso si pensa subito al riciclo, alla mobilità elettrica, alla riduzione della plastica. Tutto giusto, ma troppo spesso dimentichiamo che il nostro corpo è il primo ambiente con cui dobbiamo imparare a dialogare. E se impariamo ad ascoltarlo davvero, a leggere i segnali che ci manda, ad agire per stimolare i processi metabolici nella direzione che vogliamo, allora anche il nostro impatto esterno si modifica.

Un piano nutrizionale costruito insieme al Biologo Nutrizionista è molto più di un elenco di alimenti o di orari: è un vero e proprio strumento di trasformazione personale, che tiene conto non solo dello stato attuale ma anche del modo in cui il corpo può reagire. E, senza estremismi, ci aiuta a creare un nuovo equilibrio. Sostenibile, nel tempo. Sostenibile, per noi. Sostenibile, per il Pianeta.

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