Sovrappeso e obesità si possono risolvere: scopri l'innovativo programma di dimagrimento

Dal piano alimentare alla consulenza, ti supportiamo nel raggiungimento e mantenimento del tuo peso ideale. Un approccio personalizzato e basato sulle più recenti evidenze scientifiche.

Ascolta la testimonianza di Pamela Carreri

Ho fatto tantissime diete e non sono mai riuscite. Perdevo quei 15-17 kg, ma poi c’era qualcosa che mi ributtava su di nuovo e smettevo. Un giorno mi sono rotta una gamba, dovevo fare qualcosa, e sentendo qualche testimonianza di Nutrizionista.Bio mi son detta “Riproviamo”. Il mio momento preferito? La colazione!
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Domande frequenti

Qui troverai soluzioni e risposte alle domande più frequenti su sovrappeso, obesità e nutrizione. Questa sezione è progettata per fornire chiarezza e informazioni essenziali, aiutandoti a migliorare la tua comprensione su questi argomenti cruciali per la salute e il benessere

Per distinguere tra sovrappeso e obesità è fondamentale definire l’Indice di Massa Corporea (IMC), noto anche come BMI (Body Mass Index) in inglese. Questo indice si calcola dividendo il peso della persona, espresso in chilogrammi, per il quadrato della sua altezza in metri ([Peso in Kg] / [Altezza in metri]^2).

Si considera in sovrappeso chi ha un BMI compreso tra 25,0 e 29,9 kg/m², mentre si definisce obesa una persona con un BMI di 30,0 kg/m² o superiore. Tuttavia, questo calcolo non distingue tra massa grassa e massa magra, limitandosi a considerare il peso e l’altezza.

Includendo la composizione corporea nell’analisi, una donna con un indice di massa grassa tra 7,8 e 11,4 kg/m^2 è in sovrappeso, e si parla di obesità se l’indice supera gli 11,5 kg/m^2. Per gli uomini, i valori di riferimento sono differenti: l’indice di massa grassa tra 4,9 e 7,9 kg/m^2 indica sovrappeso, mentre un indice superiore a 8 kg/m^2 indica obesità.

L’indice di massa grassa permette di stabilire se una persona è “Normograsso”, con livelli di massa grassa compresi tra 3,5 e 7,7 kg/m^2 per le donne e tra 1,5 e 4,8 kg/m^2 per gli uomini.

Nonostante un BMI di 30 kg/m^2 possa indicare obesità, non è necessariamente così, specialmente se la persona pratica sport, come la pesistica, dove la massa muscolare influisce notevolmente sul peso.

Il peso muscolare è significativo nella valutazione complessiva del peso. Calcolando l’indice di massa grassa, si ottiene una stima della massa grassa di un individuo. Se questa è nei range di riferimento, la persona è considerata Normograsso, anche se un BMI elevato potrebbe classificarla come obesa.

Al contrario, un individuo con un BMI che indica normopeso potrebbe non esserlo effettivamente. Questo accade quando l’analisi della composizione corporea rivela un’eccessiva massa grassa rispetto al range di riferimento e una scarsa massa magra. In tale scenario, si parla di “falso normopeso”, che in realtà può celare una condizione di sovrappeso, definita come sovragrasso.

L’obesità è caratterizzata da un accumulo di grasso corporeo eccessivo rispetto alla massa magra, sia in termini di quantità assoluta sia per quanto riguarda la sua distribuzione in specifiche aree del corpo. La valutazione della distribuzione del grasso può essere effettuata attraverso vari metodi: dalla rilevazione delle circonferenze di vita e fianchi con relativo rapporto tra i due (WHR), alla misurazione delle pieghe cutanee (plicometria), tramite l’analisi impedenziometrica, la DEXA ecc.

Un individuo si classifica come obeso quando presenta un Indice di Massa Corporea (IMC) uguale o superiore a 30 kg/m^2, e più specificatamente con una massa grassa che supera gli 8 kg/m^2 negli uomini e gli 11,5 kg/m^2 nelle donne.

L’obesità si può distinguere anche a seconda della distribuzione del tessuto adiposo.

Obesità Ginoide: nota anche come obesità “a pera”, è tipica di un accumulo di grasso soprattutto nell’area sotto-ombelicale, includendo fianchi, glutei e cosce. Un eccesso di grasso in queste zone può essere un fattore di rischio per problemi come l’insufficienza venosa e linfatica degli arti inferiori, la comparsa di vene varicose, cellulite, edemi. Tuttavia, non sembra essere direttamente correlata a complicazioni metaboliche.

Obesità Androide: detta anche obesità “a mela”, si riferisce all’accumulo di grasso principalmente nella parte superiore del corpo, che include l’addome, il torace, il collo, la nuca, le guance, le braccia, le spalle e il seno. Questo tipo di distribuzione del grasso è associato a un rischio maggiore di sviluppare condizioni come aumento della glicemia, insulino-resistenza, malattie cardiovascolari, una maggiore produzione di citochine infiammatorie, russamento e apnee notturne, iperlipidemie.

Il sovrappeso viene identificato come un accumulo di grasso corporeo superiore al normale in rapporto alla massa magra, sia per quanto concerne la quantità totale sia per la sua localizzazione specifica nel corpo.

Una persona è considerata in sovrappeso quando il suo Indice di Massa Corporea (IMC) si situa tra 25 e 29,9 kg/m^2. Questa condizione si verifica specificatamente quando la massa grassa rientra in un intervallo tra 4,9 e 7,9 kg/m^2 negli uomini e tra 7,8 e 11,4 kg/m^2 nelle donne.

I rischi legati al sovrappeso, pur essendo meno gravi, sono simili a quelli dell’obesità e comprendono disturbi quali la sindrome metabolica, patologie cardiovascolari (come infarto, ictus, ipertensione arteriosa, aterosclerosi), diabete mellito di tipo 2, steatosi epatica, alcuni tipi di cancro (colon, colecisti, stomaco), dislipidemie (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, bassi livelli di HDL), problemi respiratori, attacchi di gotta e livelli elevati di acido urico.

L’obesità ha un impatto significativo sulla salute, essendo associata a gravi patologie come il diabete mellito di tipo 2, l’ipertensione, la malattia coronarica e altre condizioni che compromettono la qualità di vita e ne abbreviano la durata. Sia il sovrappeso che l’obesità sono riconosciuti come fattori di rischio primari per il cancro. Le forme di cancro la cui probabilità aumenta a causa del sovrappeso e dell’obesità includono quelle del colon e del retto, del rene, dell’esofago, del pancreas e della cistifellea. Per le donne, il rischio si estende anche al cancro al seno dopo la menopausa, all’endometrio e all’ovaio. L’obesità è considerata uno dei più seri problemi di salute pubblica a livello globale.

Per calcolare l’obesità uno strumento valido che viene utilizzato è il calcolo del ICM (indice di massa corporea), detto anche BMI (in inglese:Body MAss Index) che si calcola [Peso, in Kg] / [Altezza, in metri]^2.

IL calcolo del ICM permette di classificare una persona in funzione della sua altezza all’interno di una determinata categoria: sottopeso, normopeso, sovrappeso, obesità di classe I, classe II e classe III

ClassificazioneBMI
Sottopeso< 18,50
Normopeso18,50 – 24,99
Sovrappeso25,00 – 29,99
Obeso classe I30,00 – 34,99
Obeso classe II35,00 – 39,99
Obeso classe III>= 40,00

L’obesità è oggi riconosciuta non solo come un fattore di rischio per varie malattie, ma anche come una patologia cronica, progressiva e soggetta a recidive, che può manifestarsi anche in assenza di complicanze nelle fasi iniziali.

Lo stile di vita riveste un ruolo cruciale nell’insorgenza dell’obesità, in particolare la sedentarietà, le abitudini alimentari e la qualità del sonno notturno. Uno stile di vita sedentario è un fattore che contribuisce all’aumento della massa grassa. L’alimentazione è un altro elemento chiave: un regime alimentare ricco di zuccheri, sale e cibi confezionati, nonché il consumo frequente di cibo spazzatura, sono fattori determinanti nell’incremento del peso corporeo.

Altri fattori possono influenzare il peso, come ad esempio la carenza di sonno, che può alterare gli equilibri ormonali, aumentando l’appetito e la voglia di cibi ricchi di carboidrati. Anche l’uso di alcuni farmaci può stimolare l’appetito e portare ad un aumento di peso se non si fa attenzione alla dieta e all’esercizio fisico. Tra questi ci sono antidepressivi, antiepilettici, antipsicotici, farmaci per il diabete, steroidi e beta-bloccanti.

Il periodo post-partum merita attenzione: alcune donne faticano a perdere il peso guadagnato durante la gravidanza, il che può contribuire all’insorgenza dell’obesità. In casi più rari, l’obesità può essere causata da fattori genetici, come nella sindrome di Prader-Willi, da disturbi endocrini, come la sindrome di Cushing, o da altre condizioni, come la sindrome dell’ovaio policistico.

In Italia, secondo i dati ISTAT del 2021, il 36,1% della popolazione adulta è in sovrappeso (43,9% uomini, 28,8% donne), mentre l’11,5% è obeso (12,3% uomini, 10,8% donne), con un trend in aumento. Di conseguenza, si stima che ci siano circa 4 milioni di adulti obesi nel paese.

L’obesità infantile rappresenta una delle sfide sanitarie più gravi a causa delle sue conseguenze, che includono il rischio di sviluppare diabete di tipo 2, asma, disturbi muscolo-scheletrici, problemi cardiovascolari in età adulta, nonché ripercussioni psicologiche e sociali.

In Italia, per rispondere a questa sfida, è stato istituito nel 2007 il sistema di sorveglianza “OKkio alla Salute”. Questo programma ha lo scopo di monitorare l’andamento dell’obesità infantile e di valutare l’efficacia degli interventi di promozione della salute a livello regionale e locale. Il sistema è sostenuto dal Ministero della Salute e gestito dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute (CNAPPS) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in collaborazione con le Regioni e il Ministero dell’Istruzione. Con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 12 maggio 2017, “OKkio alla Salute” è stato riconosciuto come uno dei Sistemi di sorveglianza di importanza nazionale e regionale, istituiti presso l’ISS.

“OKkio alla Salute” consente di raccogliere dati sul peso dei bambini in ogni regione italiana, di esaminare il loro stile di vita e di analizzare l’ambiente familiare e scolastico in cui vivono (coinvolgendo circa 50.000 bambini per ogni sessione di raccolta dati). I dati raccolti nel 2019 mostrano che, tra i bambini di terza classe della scuola primaria (8-9 anni), valutati con metodi standardizzati da personale qualificato, il 20,4% era in sovrappeso e il 9,4% obeso, secondo i criteri dell’International Obesity Task Force (IOTF).

In accordo con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è necessario modificare l’ambiente che favorisce l’obesità per facilitare l’adozione di un’alimentazione nutrizionalmente bilanciata e sana, riducendo l’assunzione di cibi eccessivamente ricchi di zuccheri, sali e grassi, incrementando l’attività fisica e diminuendo la sedentarietà. Tra le misure suggerite dall’OMS da attuare o potenziare in Italia si annoverano:

  • Supporto alla genitorialità;
  • Miglioramento della competenza in materia di salute (health literacy), in particolare riguardo all’alimentazione (nutritional literacy) e agli stili di vita, attraverso campagne di marketing sociale;
  • Promozione dell’allattamento al seno;
  • Implementazione dell’approccio e delle reti delle Scuole che promuovono salute;
  • Creazione di “luoghi di lavoro che promuovono salute” con interventi per una sana alimentazione e attività fisica (secondo il modello Workplace Health Promotion – WHP);
  • Modifiche dell’ambiente urbano per incentivare l’attività fisica;
  • Miglioramento della qualità nutrizionale nella ristorazione collettiva e nei distributori automatici di cibo e bevande;
  • Riduzione dell’impatto delle strategie di marketing alimentare e di bevande adottate dalle industrie, in linea con le strategie già delineate dal Ministero della Salute italiano.

Ecco alcuni consigli pratici per prevenire il sovrappeso e l’obesità:

  • Preferire un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre e grassi buoni per mantenere un peso sano.
  • Limitare l’assunzione di zuccheri e sale aggiunti per evitare l’accumulo di grasso superfluo.
  • Evitare il consumo di cibi ultra-processati, spesso ricchi di zuccheri, grassi non salutari e additivi, e poveri di nutrienti.
  • Bere acqua, essenziale per il corretto funzionamento dell’organismo e utile nel controllo dell’appetito.
  • Mantenere un’attività fisica regolare per una sana composizione corporea.
  • Limitare il tempo trascorso in posizione sedentaria e muoversi frequentemente per prevenire l’aumento di peso.
  • Promuovere l’educazione alimentare, imparando a leggere le etichette e a fare scelte consapevoli.
  • Preparare i pasti in casa per controllare gli ingredienti e la qualità del cibo.
  • Insegnare abitudini alimentari sane ai bambini per prevenire l’obesità in età adulta.
  • Monitorare regolarmente il peso per intervenire prontamente in caso di variazioni significative.
  • Assicurarsi un sonno adeguato, fondamentale per il metabolismo e il controllo dell’appetito.
  • Gestire lo stress, che può influenzare l’appetito e le abitudini alimentari.
  • Consultare un professionista della salute per un supporto personalizzato in caso di problemi di peso o alimentari.

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Attraverso un’analisi dettagliata delle abitudini alimentari, delle preferenze e delle necessità specifiche del bambino, vengono sviluppati piani nutrizionali bilanciati e sostenibili.

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