La dieta mediterranea fa ancora dimagrire?

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Facciamo un gioco, ti va? Vediamo se con i prossimi indizi riesci ad indovinare di che cosa sto parlando.

Partiamo. E’ patrimonio dell’Unesco, è considerata il miglior modo di nutrirsi al mondo, riduce la probabilità che si verifichino attacchi di cuore e riduce l’insorgenza del tumore al seno…Hai capito di che cosa sto parlando?
Indovinato! Ovviamente, della dieta più diffusa al mondo, cioè la dieta mediterranea.
Ma siamo davvero sicuri che non sia solo uno specchietto per le allodole e che aiuti davvero a raggiungere i risultati, in termini di salute e di dimagrimento?

Voglio far terminare qui la tua confusione sull’argomento. Nell’articolo di oggi andremo a vedere nel dettaglio che cosa significa seguire un’alimentazione mediterranea, da dove prende spunto questa dieta, che risvolti positivi potrebbe portare nella tua vita e quali sono i suoi punti di forza.

Cos’è la dieta mediterranea?

La dieta mediterranea è un’indicazione su uno stile di vita e un’alimentazione sana da perseguire, più che una vera e propria dieta tradizionale, con il classico elenco di alimenti consentiti e non. Vengono consigliati degli alimenti e viene indicato la frequenza con cui andrebbero consumati durante la settimana.

Le caratteristiche dell’alimentazione mediterranea sono da ritrovarsi nelle abitudini alimentari e lavorative dei paesi che si affacciano sul mare Mediterraneo.
Studi scientifici su queste abitudini alimentari hanno riscontrato un grande beneficio a livello di salute, tanto da poter dire che la mortalità dovuta a cause naturali (come ad esempio eventi cardiocircolatori) era di molto inferiore rispetto alla media degli altri paesi del mondo.

La nascita della dieta mediterranea

La dieta mediterranea venne formulata intorno agli anni cinquanta dal biologo e fisiologo statunitense Ancel Keys; lo scienziato, grazie ai suoi studi sulle abitudini alimentari delle popolazioni dell’Italia (in particolare del meridione) e dei principali paesi che si affacciano sul mar Mediterraneo, notò che le persone che abitavano queste zone erano meno soggette ad alcune patologie fisiche, rispetto alle altre popolazioni del resto del mondo.

Al fine di migliorare lo stato di salute della popolazione americana (che è ghiotta di cibi raffinati, sceglie una qualità degli alimenti scarsa e consuma un elevato quantitativo di zuccheri e sale), Ancel Keys, all’interno del suo Studio dei Sette Paesi, mise a confronto le diete e gli stili di vita adottati da Stati Uniti, Italia, Finlandia, Grecia, Jugoslavia, Paesi Bassi e Giappone, per verificarne benefici e punti critici in termini di salute.

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I risultati parlavano chiaro: più ci si allontanava dallo stile alimentare e di vita dei paesi del mar Mediterraneo presi in considerazione, più l’incidenza di malattie cardiovascolari era elevata.

Alla luce di ciò, lo statunitense definì quello che era lo schema di alimentazione di questi popoli; trasformato a livello grafico in quella che ad oggi è la Piramide Alimentare.

I due elementi fondamentali perchè la dieta mediterranea funzioni

La dieta mediterranea, proprio come la piramide alimentare, poggia le sue basi su una costante e quotidiana attività fisica, prodotti freschi stagionali di qualità.

Volutamente ho scelto di parlare prima di tutto di questo aspetto: l’efficacia di questo stile di vita ha le sue fondamenta su una quotidianità dinamica e, in seconda battuta, sulla qualità degli alimenti che si andavano a consumare (freschi, di stagione e per niente raffinati). Già l’unione di questi due aspetti, rendeva questo stile di vita sicuramente migliore di qualsiasi altro paese del mondo; la varietà di alimenti freschi, la poca sedentarietà facevano mantenere un buon stato di salute.

Per fare un’analisi attendibile, dobbiamo necessariamente contestualizzare lo studio di Keys, rispetto agli anni in cui è stato svolto e allo stile di vita medio della popolazione presa in considerazione. Sebbene infatti questa tipologia di alimentazione abbia dei riscontri positivi sulla salute e sul fisico, spesso non viene citato il fatto che lo studio di Ancel Keys è basato sullo stile di vita a partire dagli anni cinquanta, quando la maggior parte della popolazione si divideva tra contadini, operai o comunque attività ad alto consumo energetico.

La dieta ha poco senso se non si prende in considerazione l’aspetto essenziale dell’attività fisica e della qualità del cibo. Le proporzioni tra gli alimenti non possono trovare spazio, così come sono intese nella dieta mediterranea, nella quotidianità attuale della maggior parte della popolazione che ha un’attività lavorativa giornaliera molto sedentaria, a basso consumo energetico.

lavoro sedentario

La cucina mediterranea infatti, prevede un consumo quotidiano di più porzioni alimentari di alimenti integrali, come pane, pasta e cereali, un utilizzo quotidiano di frutta, verdura e legumi con abbondante olio d’oliva, un utilizzo settimanale di qualche porzione di formaggio, pesce, carne bianca e uova ed un utilizzo mensile di qualche porzione di carne rossa e dolciumi.

Questi sono gli alimenti principali che la dieta mediterranea predilige, con il relativo consumo quotidiano, settimanale o mensile.

L’energia dei macronutrienti nella dieta mediterranea

Come accennato nel paragrafo precedente, la dieta mediterranea, oltre al corretto consumo di alimenti selezionati, per essere considerata “bilanciata” dovrebbe vedere i suoi macronutrienti ripartiti in differenti percentuali come indicato a seguito:

dieta mediterranea
  • 45-60% di glucidi – ovvero carboidrati – in prevalenza complessi, come negli amidi dei cereali;
  • 10-12% di proteine;
  • 20-35% di grassi, con una percentuale di grassi saturi inferiore al 10%.

Questi valori, e ci tengo a ripeterlo fino alla stregua, devono tenere però conto dello stile di vita, più o meno sedentario, della persona che decide di seguire lo stile alimentare della dieta mediterranea.

La ricerca scientifica sulla dieta mediterranea

A partire dagli anni cinquanta, oltre al già citato biologo statunitense Ancel Keys, moltissimi sono stati gli scienziati che si sono dedicati allo studio degli effetti dell’alimentazione e dello stile di vita dei paesi che si affacciano sul mediterraneo.

Sebbene siano numerosissimi gli studi che puoi trovare sul web e nelle pubblicazioni scientifiche, un importante aspetto da citare è che, nella realtà dei fatti, la dieta mediterranea non esiste, così come scritto nel sito ufficiale dello Studio dei Sette Paesi.

Ciò che gli scienziati hanno definito, più che una dieta, è una sorta di pattern che caratterizza alcuni dei paesi affacciati sul Mediterraneo: come lo stesso sito cita, infatti, nella realtà dei fatti sono 18 gli stati che sono bagnati dalle acque del Mediterraneo, mentre nella “dieta mediterranea” ne sono presi in considerazione solo alcuni.

In particolare, la dieta mediterranea pone la sua lente di ingrandimento proprio sul nostro Bel Paese e sulla sua alimentazione tradizionale.
Deve essere detto, a tal proposito, che il 16 Novembre 2020 l’Unesco ha dichiarato questo stile di vita come “Patrimonio Mondiale Intangibile dell’Umanità” e che, da quel momento in poi, i prodotti alimentari marchiati Made in Italy hanno fatto un balzo in avanti per quanto riguarda le vendite e le esportazione all’estero.

Ai giorni nostri, quindi, la dieta mediterranea è diventata quasi più uno strumento di marketing che non un percorso da seguire per migliorare la propria salute ed il proprio fisico.

La dieta Mediterranea fa ancora dimagrire?

Ma alla fine, la dieta meditteranea: fa ancora dimagrire? Per quanto queste indicazioni sullo stile di vita mediterraneo possano sembrare valide e gli studi a riguardo ne diano conferma, dobbiamo con occhio clinico considerare che il modo di vivere, in particolare lavorativo, è cambiato in modo radicale dagli anni cinquanta ad oggi.

Siamo passati, per entrambi i sessi, da attività fisica costante e continuativa, durante il giorno, ad uno stile di vita molto più sedentario che predilige il lavoro al computer a quello manuale.

È innegabile che, al giorno d’oggi, l’unica attività fisica svolta da moltissime persone in Italia sia quella di scendere le scale per andare a prendere l’automobile, portare fuori il cane oppure i pochi passi che coinvolgono lo spostamento fisico dalla scrivania dell’ufficio al bagno o alla macchinetta del caffè.

La dieta mediterranea è uno stile di vita standard e, in quanto tale, non può andare bene, preso così com’è, per qualsiasi individuo. La composizione corporea di ognuno di noi è diversa, come sono diverse le esigenze e gli obiettivi.
Si può prendere come spunto la dieta mediterranea per iniziare a correggere il proprio stile di vita alimentare, ma è sconsigliato seguire un percorso di dimagrimento senza un’attenta personalizzazione:

“Ciò che va bene per me, non è detto che vada bene per te”.

La scelta migliore è farsi seguire da un professionista, un biologo nutrizionista, che sappia valutare insieme a te la strategia migliore per raggiungere il tuo obiettivo, sia esso solo di dimagrimento o anche di salute.
Inoltre, la qualità degli alimenti che scegliamo di mettere a tavola ogni giorno, ci racconta molto sul percorso che desideriamo intraprendere. Siamo partiti dal raccolto dei campi, siamo passati ad un’industrializzazione importante dei prodotti che li ha resi super raffinati a discapito della qualità e ora, mentre leggi questo articolo, stiamo tornando con fatica alla ricerca del “bio”, della genuinità della terra. Un ritorno alle origini.

RICORDA: ciò che scegli di mangiare oggi, racconta chi scegli di essere domani.

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